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IL DISCORSO INAUGURALE DEL PRESIDENTE DR. CARLO RICCI
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Buongiorno, buon 1° maggio e benvenuti a tutti!
A questo punto, nelle cerimonie ufficiali, si dovrebbe passare a salutare e ringraziare tutte le “cosiddette” persone importanti ma, e chi mi conosce non si meraviglierà, salterò questa fase del protocollo ufficiale per dare un benvenuto particolare ad un amico che risiede a Vercelli e che tutte le volte che è venuto a trovare i familiari a Guidonia non ha mancato una visita al cantiere della Casetta; lo ringrazio, in particolare, perché qualche volta è capitato qui in momenti di nostra difficoltà ed il vederlo arrivare da così lontano, interessarsi ai lavori ed ai nostri progetti, mi ha aiutato ad andare avanti con più coraggio e speranza. Grazie,Carlo!
Qualche mattina fa al risveglio dopo una notte lungamente insonne, Loretta mi ha detto: "Carlo, dobbiamo trovare il posto per lo stenditoio”; inizialmente pensavo che stesse vaneggiando ancora nel sonno, poi mi sono reso conto che era perfettamente sveglia e con le sue parole si riferiva a dove collocare ad asciugare le lenzuola della casa-famiglia… Tutti e due ci siamo a quel punto resi conto che fino a qualche anno fa avevamo una nostra casa, avevamo anche una nostra famiglia e che adesso abbiamo una cosa che le riunisce: una casa-famiglia che non è solo nostra. Quando anni fa immaginavamo come sarebbe stata la nostra vecchiaia, alla soglia dei 70 anni, pensavamo ai nostri nipotini, alle passeggiate in campagna, alle serate invernali davanti al caminetto… poi è successo qualcosa che ha sconvolto tutti i nostri programmi e ci siamo tuffati a tempo pieno in questa avventura: dare una famiglia a chi non ne ha! Forse Renzo non ci ha scelto a caso; da più di 30 anni abbiamo condiviso con lui soggiorni estivi con i disabili, pellegrinaggi nei santuari mariani; mi piace anche ricordare quando nel 1993 riuscì a ritrovarmi per telefono in una missione francescana dell’Alto Egitto con i miei familiari che mi davano per disperso… ed allora il nostro amato frate ha pensato: avete voluto la bicicletta? allora adesso pedalate! Renzo ha suscitato in noi questa scintilla con la speranza che da questa nascesse un fuoco impetuoso; a quel punto la scintilla iniziale si è propagata innanzitutto sul nostro amico più caro: Franco; è stata per noi una persona impareggiabile; spesso silenzioso, qualche volta brontolone ma sempre disponibile in qualsiasi necessità; dobbiamo ringraziarlo perché, anche se in mezzo a tante difficoltà, si è sempre impegnato al meglio tenendo presente il nostro scopo finale: dare amore agli altri. Abbiamo coinvolto tanti altri amici che hanno creduto nel nostro progetto: il travertino, tanta parte dell’illuminazione sono per esempio il dono spontaneo di questi amici. Come è il frutto del lavoro di altri quello meno appariscente ma più impegnativo del montare i mobili dell’Ikea,l a cucina, gli accessori dei bagni, della sala lettura, della potatura degli alberi e della pulizia del terreno e così via: un grazie infinito a loro per aver sacrificato tante ore del loro tempo. Ringraziare in questo momento persona per persona mi sembra poco opportuno e correrei il rischio di dimenticare qualcuno, ma non posso esimermi dal rivolgere il mio grazie alla mia famiglia, nuore comprese, che ha condiviso con me tutte le difficoltà che si sono via via presentate. L’impegno e la fatica sono stati davvero tanti, ma questa bella avventura ci ha consentito di conoscere tanti nuovi amici, tante altre persone che ci sono state vicine nei momenti di felicità e, perché non dirlo, anche nei momenti di sconforto che abbiamo avuto. Credo che il nostro merito maggiore sia stato quello di sollevare un problema: quello di tanti bambini in difficoltà sociale o familiare. Guardare in televisione bambini affamati, bambini coperti dalle mosche, bambini che soffrono, sicuramente suscita commozione ma questo sentimento resta un contenitore vuoto se non si fa qualcosa per cambiare la situazione! Non basta scandalizzarsi: bisogna agire! L’amore è l’unica forza che può salvare il mondo: è la frase con la quale Benedetto XVI ha concluso la Via Crucis al Colosseo e che non ha bisogno di commenti: è così e basta!
Certamente all’inizio abbiamo pensato che il nostro punto di riferimento, Renzo, sarebbe stato sempre più vicino a noi… non sempre è stato così, purtroppo; i suoi molteplici impegni ce lo hanno sottratto, ma nei momenti per noi peggiori è ricomparso all’improvviso come in un disegno misterioso: probabilmente quando lo abbiamo cercato invano era da qualche parte stabilito che dovessimo andare avanti da soli, dando il meglio di noi stessi; ed in questo misterioso disegno Renzo è ricomparso quando sicuramente da soli non ce l’avremmo fatta. Qualche mese fa, un anno esatto dall’inizio, i lavori si sono conclusi, almeno quelli di maggior impegno; pensavo che il nostro lavoro fosse ormai alla fine: macchè! Siamo stati e siamo letteralmente sommersi dalle pratiche burocratiche e dalle leggi: leggi statali, regionali, regolamenti che cambiano ogni 2 anni e che mutano da una ASL all’altra… In certi momenti mi è sembrato che tutto remasse contro di noi… ed avendo visto alcune case-famiglia del nostro hinterland e le loro condizioni igienico-sanitarie mi sono chiesto quali santi avessero non in Paradiso ma in certi uffici di controllo… Non esagero con queste affermazioni; un esempio? Il martedì opero come pediatra presso la Caritas diocesana e mi capita spesso che bambini ospitati in alcune case-famiglia vengano da me per essere visitati, in quanto non hanno, come invece prescrive la legge, un pediatra di riferimento per la loro struttura. I nostri Santi invece sono sicuramente in Paradiso e ci fanno sudare tutte le nostre conquiste; forse qualcuno pensa che essendo questa struttura e questo terreno di proprietà della nostra ONLUS tra qualche anno potremmo trasformarli in qualche altra cosa; siamo e rimarremo proprietari fino a quando adempiremo agli impegni scritti nel nostro statuto; nel momento che ciò non accadesse lo Stato si approprierà di tutto trasferendolo ad altra ONLUS avente le stesse finalità… e pensare che non abbiamo ricevuto un euro di contributo da organi locali, regionali e statali… Ed a testa alta posso affermare che nessuna agevolazione mi è venuta dall’essere il fratello dell’attuale Sindaco. A dire il vero un regalo l’amministrazione comunale ce lo ha fatto: la bonifica di Via dei Caolini che era ridotta in uno stato pietoso, ma dal cui rifacimento trarrà vantaggio tutta la popolazione. Tornando al discorso della ONLUS ed al fatto che, pur avendo spesi tanti soldi, in realtà non siamo padroni di nulla dovremmo concludere che allora siamo dei poveri ingenui? No! Sarebbe come dire che Don Benzi, fondatore della Comunità Giovanni XXIII e punto di riferimento per tutte le case-famiglia era un ingenuo. Ma, senza andare tanto lontano, abbiamo non distante da qui un esempio splendido di “un altro meraviglioso ingenuo”: Don Nello ed il Villaggio Don Bosco di Tivoli che più di 50 anni fa, partendo dal nulla, realizzò un’opera che suscita ammirazione in tutti e, grazie al suo successore Don Benedetto, continua ad operare nel nostro territorio; Don Benedetto, mio coetaneo, che ringrazio ancora per i consigli che mi ha dato nel corso degli ultimi anni.
Prima di concludere alcune riflessioni che riguardano direttamente la Casetta Lauretana ed il territorio circostante, in particolare Marcellina. Diciamoci la verità, Marcellina, escluse poche eccezioni, è rimasta per un lungo periodo piuttosto fredda nei nostri confronti, aldilà del chiedere a che punto fossero i lavori e quale la data dell’inaugurazione e questo mi è dispiaciuto anche per le origini marcellinesi di Renzo e mie. Questa è la prima ed unica opera di importanza sociale del nostro comune realizzata senza un euro a carico dei contribuenti.
Probabilmente all’inizio non si era ancora capito il senso ed il fine della Casetta Lauretana; non era stato ben compreso che non sarebbe diventata un’isola felice immersa nel verde di Colle Ficoccio, ma una struttura destinata ad accogliere bambini in difficoltà; col passare del tempo si è fatto via via più chiaro per i miei concittadini perché stesse nascendo e crescendo questa struttura. Si è compreso che i bambini ospiti di questa struttura, per avere uno sviluppo psico-fisico ottimale, per ritrovare il senso della famiglia, dovranno essere integrati nel territorio, dovranno frequentare le scuole di Marcellina, dovranno giocare con i nostri figli e nipoti e quindi i bambini e noi abbiamo bisogno dell’aiuto del popolo di Marcellina. E la prova che questo rapporto di fiducia sta crescendo, è dimostrato dalla presenza a questa inaugurazione della ProLoco, dell’Associazione dei Butteri e dei Rangers d’Italia che spontaneamente si sono offerti per la circostanza. Vorremmo che questa casa-famiglia divenisse per Marcellina quello che è divenuto il Villaggio Don Bosco per Tivoli. Non posso obbligare nessuno a farlo ma credo di essere nel giusto nell’affermare che la civiltà, l’amore di questa cittadina si misurerà con l’amore che sarà in grado di dare alla Casetta Lauretana.
Da parte di tanti amici e conoscenti ho avuto offerte di volontariato; è chiaro che una ONLUS come la nostra, senza fini di lucro, non può fare a meno dei volontari ,anzi questi dovrebbero essere il cardine dell’associazione; ma quali le modalità di accesso al servizio di volontariato? Sul pieghevole che vi è stato consegnato all’ingresso se ne parla dettagliatamente; ve lo riassumo in breve. Il volontariato potrà essere esplicato con 2 principali modalità: - la cura della casa (pulizia, lavanderia, giardino, terreno circostante, ecc.) - il rapporto con i bambini ospitati; Mentre per il primo ognuno dovrà prestarsi, secondo le proprie capacità e disponibilità, a quelle che saranno le esigenze del momento, per il rapporto con i bambini l’impegno è più importante ed articolato; dovrà innanzitutto essere di supporto, se richiesto, all’attività delle educatrici e non potrà prescindere da una fase preliminare di conoscenza e di formazione; con bambini che provengono da situazioni di disagio spesso sociale non basta la buona volontà ma è necessaria una seria preparazione. Credo che una prima riunione degli aspiranti volontari potrebbe essere tenuta entro il mese di maggio, quasi sicuramente sabato 22 maggio; chi fosse interessato potrà avere maggiori informazioni nei prossimi giorni sul nostro sito web o parlando direttamente con me.
Dimenticavo un terzo tipo di volontariato: quello che fornisce l’aiuto economico! Per questo non serve una preparazione specifica: basterà avere con sé il libretto degli assegni!
Sono quasi al termine del mio intervento e mi sembrano opportune due precisazioni: - la prima riguarda un po’ tutti: da padre Renzo andate per confessare i vostri peccati… non è il suo lavoro ma fa parte del suo ministero! E fin qui siamo tutti d’accordo! Ma, per favore, non andate a parlargli di piatti, bicchieri, scendiletto, pattumiere o di altre necessità della casa-famiglia: non è il suo lavoro né il suo ministero; per ovvi motivi non può essere a conoscenza della vita quotidiana della Casetta Lauretana; c’è un responsabile della struttura al quale potete rivolgervi in qualsiasi momento. - la seconda riguarda la raccolta che è stata fatta a San Sebastiano nei giorni scorsi per gli aperitivi, i tramezzini,ecc. Insieme all’associazione dei butteri è stato preparato un buffet più che abbondante: penne, porchetta, prosciutto, fave e formaggio oltre ai vostri dolci… credo che il rancio sarà più che abbondante per cui ho preferito dirottare d'autorità la somma raccolta su altre spese più necessarie; solo giovedì abbiamo acquistato circa 800 euro di arredi presso l’Ikea e, come potete vedere, ci sono ancora altri lavori da fare per rendere più accogliente e funzionale la “Casetta”.
Guardandovi in giro noterete sicuramente che alcune cose sono da completare; per favore, non me ne parlate oggi… è un giorno di festa e, finalmente, fatelo trascorrere in serenità anche a me ed ai miei collaboratori.
L’ultima riflessione riguarda il nostro futuro; dopo la Casetta Lauretana verrà qualcos’altro? Per i bambini che ci verranno affidati quale sarà il futuro? Certamente la soluzione migliore sarebbe il ritorno dei piccoli nella famiglia di origine o, in alternativa, l’affido e l’adozione presso altre famiglie. E se ciò non dovesse accadere? Proprio l’architetto De Paolis, che ringrazio per i consigli che ci ha dati sul progetto, come ringrazio il Sindaco precedente Dr Salvatori che portò in breve il progetto all’attenzione del Consiglio Comunale. Proprio l’arch. De Paolis, dicevo, mi ha suggerito di chiedere all’Amministrazione comunale la variazione di destinazione d’uso del terreno il che ci consentirebbe di ampliare le nostre strutture recettive ed aiutare un numero maggiore di bambini. Ma questo è il futuro e, vista la nostra situazione economica, avremo tutto il tempo per parlarne. Grazie e di nuovo buon 1° maggio a tutti!
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