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Nulla è impossibile a Dio! Forse mai come questa mattina possiamo toccare qualcosa di grande con mano e dire: “Nulla è impossibile a Dio!”. Quando è iniziata questa avventura io non sapevo che il Signore avrebbe realizzato una cosa così bella. Allora il merito non è di padre Renzo, perché è vero che il Signore mi ha messo in cuore questo desiderio, questo sogno, ma se poi non ci fossero stati Carlo, Loretta, Franco e tanti altri collaboratori noi non saremmo qui oggi: io ho portato avanti un sogno, ma la realtà poi si è concretizzata in altri fratelli e sorelle che mi sono stati messi accanto. Ho ancora un altro sogno nel cuore, io sono un francescano, sono di Dio e vorrei vivere questa vita solo per Dio… che mi ha affascinato un giorno, mi ha chiamato nonostante tante povertà, tante miserie! Allora mi stupisco più di voi perché quando andai in convento, già ad una bella età, mi dicevo: mi ritirerò in convento, pensavo alla preghiera… mai avrei pensato di essere immerso così nel sociale, lavorare con i tossico dipendenti, con i carcerati e addirittura di essere la scintilla ispiratrice che portava nel cuore questa realtà. Perciò oggi è una giornata di ringraziamento, ma per me è un’altra giornata particolare in cui devo riconsegnare a Dio questa bella realtà. La Casetta non è di padre Renzo, sono contento, questa mattina tanti mi hanno fatto gli auguri ma… questa non è nemmeno di Carlo e di Loretta, questa è di Marcellina! Allora dobbiamo tutti ringraziare Dio! San Paolo dice che Dio sceglie proprio chi nel mondo è piccolo, è debole! Dio non ha scelto gente con i soldi, perché Dio sceglie le cose piccole: ieri ho portato qui alla Casetta incorniciati quei due euro che mi regalarono e mi fecero capire che questo era disegno di Dio! Sapete, lo avete anche letto nel nostro sito, io avevo in cuore questa realtà, ne avevo già parlato con Carlo e Loretta, però mi dicevo: io sono frate, non ho lavoro, non ho stipendio… una domenica andai a fare un battesimo in una parrocchia di Roma, il battesimo era fissato a mezzogiorno, io arrivai alle undici e mezzo, non sono entrato in chiesa per non disturbare la Messa, rimasi fuori la chiesa, era il 28 Dicembre, faceva pure freddo, quando giunse una vecchietta che mi mise in mano due euro... io non stavo chiedendo l’elemosina… quei due euro erano il segno che Dio avrebbe mandato in seguito tutta questa provvidenza. Questo che vedete oggi è tutta provvidenza, il terreno, la casa, la cappellina, perciò possiamo dire che Dio è fedele alle sue promesse e che niente è impossibile a Dio! Per me è uno stupore che Dio si sia fidato di me, poteva essere un pensiero che passava… vi assicuro però che niente mi scivola addosso. In questi ultimi tempi ho avuto tanti problemi di salute che potevano essere anche gravi ed io pensavo: ma è possibile che il Signore mi chiami a sé senza che io abbia realizzato questa casetta? Poi in cuore mi è apparsa un’altra realtà e mi sono detto: è vero, io ho fatto quello che potevo, ma già l’ho restituita a Lui costituendo una ONLUS che la porti avanti, quindi potevo morire tranquillo. Il mio desiderio ora sapete quale è? Quello di aiutare la Casetta soprattutto facendo il frate e non facendo l’assistente sociale o lo psicologo, e la prima realtà di una persona che è consacrata è la preghiera! Tutto questo è venuto fuori dal cuore di Dio! E la deve sostenere il Signore! Allora mi dico: “In proporzione a quanto io sono fedele alla mia vocazione io riuscirò a portare avanti anche la Casetta per quello che mi compete!”. Ultimamente la salute mi ha tenuto lontano dalla Casetta e mi è arrivata una lettera, due o tre mesi fa, di una persona che mi ha fatto capire quanto mi vuole bene e quanto ci tiene a me. Giustamente chi ci vuole bene ci rimprovera pure e perciò mi rimproverava di questa assenza. Nella lettera mi diceva una cosa che è stata per me come un campanello d’allarme e l’ho ricopiata, sentite che mi scrive: “Non lasciare che il mondo che ti circonda rapisca l’amore, la pace, la serenità, la gioia e l’allegria che tutti noi abbiamo trovato in te. Vorrei che questa mia lettera fosse una spinta ad allontanarti un po’ dal frastuono che ti circonda e soprattutto che ti riportasse nel bosco di Greccio per ritrovare quel fraticello a noi tanto caro. Abbi cura di te”. Qui ho capito che il Signore mi richiama alle mie origini. Ecco perché dico che per me questo è un momento di ringraziamento e anche un momento di consegna. Mi sento un po’ oggi come il servo inutile. In questi giorni ogni tanto mi rifugiavo qui in cappellina e pensavo: “Cosa ha operato il Signore!!!”. Chi è stato qui gli altri anni e ha visto come era ridotta la casa gli sembrerà incredibile. È tutta opera della carità della gente, la carità vostra. Perciò il grazie più bello penso ve lo dica il Signore, ve lo diranno i bambini che verranno qui, ve lo diranno i posteri quando noi non ci saremo più, ecco perché stiamo documentando tutto; io ho preparato una serie di documenti delle cose belle che ho vissuto in questo periodo da quando tutto è cominciato perché devo riconsegnarle alla segreteria in modo che nel futuro si sappia come questa realtà è radicata in un passato. Il mio compito nella casetta è solo uno: quello di farla rimanere secondo il disegno che Dio mi ha messo in cuore, non ci sono altri progetti, allora ringraziamo Dio. Soprattutto vorrei dire a voi, miei paesani, io sono di Marcellina, sono orgoglioso di essere di Marcellina, orgogliosissimo, voglio dire: “Rendete questo paese bello! Chi sa quante capacità abbiamo tutti quanti!”. Dico a voi genitori, a voi nonni, a voi ragazzi: “Dobbiamo cominciare a fare un esame di coscienza e chiederci dove stiamo andando. Guardate che Dio c’è! Se non ci fosse Dio non saremmo noi tutti qui. Dio c’è! Ve l’assicuro! E ve lo dico non tanto per fede ma per esperienza: Dio c’è! Dobbiamo cominciare a riscoprire questa paternità di Dio che, anche quando permette qualche cosa che ci può addolorare, che ci può ferire, manda la Sua provvidenza a portare avanti il Suo progetto. Vorrei allora che questa casetta diventasse veramente per tutti una famiglia, diventasse per tutti la testimonianza che Dio c’è, che Dio è padre e provvidenza. Non mi dilungo perché fa caldo, pero, vi chiedo: pregate anche per me. Perché… perché veramente sia quel servo di Dio che debbo essere. Tante volte, sapete, anche in questa vocazione si è buttati in mezzo a tante realtà, anche famose, in questi anni abbiamo incontrato tanta gente famosa dello spettacolo, dello sport… che delusione! Fratelli miei che delusione! Ecco perché mi spavento quando i giovani seguono questi quattro smandrappati, chiamiamoli così, dello spettacolo… quanta falsità c’è! Non v’immaginate! Noi abbiamo bisogno di seguire concretezze, non miraggi, e questa è una concretezza che ci dice che Dio c’è, questa è una concretezza per dire che il bene c’è nel cuore delle persone. Anche se tutti ci dicono che il mondo va male, vi assicuro che c’è più bene che male! In tutti questi anni io ho incontrato tantissime persone anche in carcere, non ho trovato persone cattive, ho trovato persone ferite. Quando parlavo con i carcerati tante problematiche loro nascevano dalla famiglia, non avevano avuto una famiglia alle spalle. Voi genitori avete confuso il bene con il benessere, sembra che questi figli debbano avere tutto… la macchina, il computer, il cellulare ecc. poi gli rode sempre il sedere a tutti, ce ne fosse uno contento, ci sarà un motivo. Gli abbiamo dato le cose, dobbiamo dare una speranza a questi figli. Allora questa è la casa dei bambini che non hanno avuto speranza in famiglia: voi che ancora avete una famiglia e avete una casa riportate i valori giusti, soprattutto voi papà e voi mamme. La settimana scorsa mi hanno chiamato a Genova a parlare ai ragazzi delle scuole, erano ottocento! La mattina ho incontrato quelli più giovani, poi dalle undici all’una ho parlato con quelli che facevano la maturità. Siccome nel pomeriggio mi avevano preparato un incontro con i genitori, erano più di mille, ho detto ai ragazzi cosa volevano che io dicessi loro, cosa avrebbero detto loro al posto mio, la maggior parte mi ha risposto: “Che abbiano maggior tempo per noi, che le mamme fossero più mamme, non mamme lavatrici o addette alle pulizie”, di questo hanno bisogno i figli vostri, sembra che sono tutti scanzonati e indifferenti, perciò è meglio che mettete da parte qualche lavoretto e stiate un maggior tempo con loro, è l’affetto che manca loro ed è una carenza che si porteranno per tutta la vita. Questa casa è fatta proprio per i bambini che non hanno avuto affetto, non hanno avuto una famiglia. Mi ricordo che quando siamo andati a prendere i pavimenti ci volevano dare delle occasioni, ho risposto che non volevamo occasioni ma i pavimenti più belli che avessero perché non servivano a me in convento che anche se ci stanno le toppe vanno bene lo stesso, mi servivano per dei bambini che erano già stati provati dalla vita perciò dovevano avere il meglio, trovare l’ambiente che fosse una famiglia, accogliente, bello e sereno. Avete fatto caso che abbiamo messo dei quadri che ci ha regalato Daniela e ci sono delle pareti in cui non abbiamo messo niente? È perché i bambini devono disegnare quelle pareti, devono sentirle loro. Allora questo vi chiedo: state vicino a chi porterà avanti questa realtà, aiutateli moralmente, economicamente per quello che potete, ma soprattutto il bene più grande che potete fare a noi è: pensate alle vostre famiglie, portate avanti famiglie degne di questo nome, perché poi arriverà il momento che dovremo renderne conto al Signore e il Signore non ci giudicherà sulle cose che abbiamo fatto per noi, ma per quelle che abbiamo fatto per gli altri: “Qualunque cosa avete fatto agli altri l’avrete fatta a me” – ci ha detto Gesù. Saremo giudicati sul rapporto che avremo avuto con il prossimo. Allora preghiamo oggi perché il Signore, anche grazie a questa festa che facciamo, a questa realtà che viviamo, ci metta nel cuore i veri valori, me lo auguro e ve lo auguro con tutto il cuore. Per terminare: questa mattina mi hanno portato una letterina, fra le tante che sono arrivate, in cui gli ex proprietari di questo terreno hanno scritto una cosa che mi ha stupito. È successa qui trenta anni fa, ma io non ne sapevo niente, sentite che mi dicono: “Trenta anni fa nel mese di Agosto a San Polo, durante i festeggiamenti della Madonna del Buon Consiglio, venne lanciato in cielo un mazzo di palloncini con attaccata l’immagine della Madonna. L’anno successivo, sull’albero di ciliegio che si trovava dove ora sorge la Cappellina in questo luogo, è stata ritrovata l’immagine della Madonna conservata in modo perfetto, come fosse stata tenuta in un cassetto. È stata Lei a scegliere questo meraviglioso posto. Vi ringrazio di esservi adoperati a rendere questo posto così bello e vi auguriamo di farlo crescere sempre più affinché molte famiglie qui ritrovino la pace e l’amore”. Che bello, vero? Non sapevo questo fatto. Quando siamo venuti qui la prima volta, dopo tanti problemi, ho detto: “Questo è il posto!”. Lo sentivo dentro, poi arrivano queste conferme che ti fanno vedere il filo d’oro di Dio che porta avanti la nostra realtà. Tanti auguri, allora, non a me o a Carlo, tanti auguri a tutti quanti perché oggi è la festa di tutti noi. Sia lodato Gesù Cristo. Prima di terminare vorrei recitare con voi la preghiera che abbiamo fatto per la Casa Famiglia e che poi distribuiremo a tutti, così la portate a casa come ricordo:
Maria, Madre della Famiglia, sorridi a noi dal Cielo, mentre riuniti sotto questo tetto offriamo a Te i pensieri, le azioni, i desideri e le emozioni che ci vivono in petto. Ti consegniamo questa casa perché Tu la benedica, quanti vi abiteranno perché trovino in essa la famiglia che riscaldò Gesù nella sua vita, le persone che vi lavorano perché tu le renda strumento di vera carità. Accendi in noi la gioia di seminare il bene, la forza di sostenere chi ci affidi, la certezza di incontrare il Signore in questo luogo, l’amore per trasformare il "Sogno" che ci hai messo in cuore, in un Santuario benedetto fonte inesauribile di pace e di fraternità.
Prima della benedizione vorrei ricordare una persona tanto cara a me e a tanti di voi, mio fratello Sandro. È stato uno dei primi che mi ha accompagnato in questa avventura e che il Signore ha chiamato in paradiso da tre anni e, sicuramente, oggi sta qui, sta pregando per noi, lo ricordiamo con tanto affetto. Nel ricordino che vi daremo abbiamo anche messo una foto fatta insieme a lui perché cantava con noi quando festeggiavamo il primo Maggio. C’era una cosa che mi ha sempre turbato, Sandro diceva: “Io morirò il giorno della festa della Madonna, perché la Madonna verrà a prendermi il giorno della sua festa”. Noi andavamo a Lourdes ogni anno ad accompagnare gli ammalati, mio fratello è morto il giorno della festa della Madonna di Lourdes! Quante volte me lo diceva! La consideravo una battuta come un’altra e non gli davo importanza, alle volte dovremmo dare un po’ più di credito a questi fratelli che ci rivelano la pienezza del cuore. Lui diceva sempre che non vedeva l’ora che la Casetta fosse ultimata perché voleva essere uno di quelli che l’avrebbe aiutata, voleva lavorare qui, invece ci aiuterà dal paradiso con la preghiera e con l’affetto. Allora preghiamo anche per lui e lo ringraziamo. |