L'inaugurazioneLa CappellinaEmozioni

STORIA

 

Vedrai quante sorprese belle sono riservate per te e quando lo riscontrerai io non ci sarò più, ma tu ti ricorderai di me ed io pregherò sempre per te.
                          zia Assunta

Queste parole mi sono state scritte da una zia acquisita che prima di morire ha voluto così profetizzare il mio futuro. Allora non pensavo di diventare sacerdote, ero un infermiere e avevo incontrata in ospedale Assunta che quando guarì continuò ad amarmi fino al punto di volere essere chiamata zia. Le sue parole mi tornano in mente ora che il Signore mi ha messo in cuore un sogno e con mio stupore lo sta anche realizzando.

Ero a Lourdes ed era l'estate del 2003, sostavo accanto alla grotta delle apparizioni quando un papà mi si avvicinò. Spingeva una carrozzina con una bambina non vedente e affetta da grave handicap, si chiama Cecilia, mi confidò tutta la sua pena e la paura di dover lasciare sola un giorno la figliola quando sarebbe stato chiamato in cielo dal Signore. Quel pianto mi è risuonato in cuore ed è stato il seme che ha generato in me il desiderio di dare una speranza a chi non ha speranze.

Tornato a Roma, ho confidato questo mio desiderio ad amici carissimi che mi hanno sostenuto e, insieme a me, lo hanno fatto loro.

Ero viceparroco a Guidonia allora e tante persone partecipavano alle sante Messe da me celebrate, venivano da Roma, dai paesi vicini ed anche da cittadine più lontane, tanta gente ha sempre accompagnata la mia vita di sacerdote camminando con me verso l'incontro con il Signore. Ne parlai dal pulpito durante le mie omelie, narrai quello che nel mio cuore era diventata una idea portante, sempre presente, sempre alimentata da una forza che mi meravigliava.

La vigilia di Natale del 2003 volli scrivere un volantino per fare gli auguri a tutti e in esso raccontai la storia del mio sogno ed invitai tutti a dare amore: "Diamo amore a tutte le persone che cercano amore e non solo a quelle che ci sono simpatiche, scrissi, diamo amore a chi non conosciamo! Regaliamo amore a chi non ne ha". Non pensavo che la gente recepisse con tanta generosità e amore il mio messaggio, cominciò ad arrivare tanta provvidenza da stupirmi.  Ricordo che nel Natale del 2003 in tanti rinunciarono alla tredicesima, ai regali di Natale per devolvere il corrispondente in denaro al mio progetto. Alcuni sposi fecero una lista di nozze davvero speciale e chiesero di riempire un carrello virtuale di cemento, sabbia, mattoni, breccia, forati e materiale di costruzione per edificare una Casa Famiglia che realizzasse il Sogno. Ci fu chi rinunziò ai diritti d'autore di un suo libro, chi promosse mercatini di beneficenza, spettacoli teatrali e chi ancora mi disse "io non sono credente, ma voglio contribuire a realizzare il suo sogno". Chiesi aiuto a Carlo Ricci e a sua moglie Loretta, miei amici da sempre, perché mi guidassero in questa avventura che io, semplice frate francescano, non ero in grado di gestire. Così nacque la decisione di creare una ONLUS e ci ritrovammo presto da un notaio che diede ordine e sicurezza alla provvidenza che arrivava.

Il Signore aveva preso tra le sue mani il nostro progetto e lo guidava, forse dal cielo lo aveva già visto realizzato. Ma noi semplici mortali fummo travolti da tante difficoltà da chiamare sogno la possibilità di portare a termine il progetto. Cercammo a lungo un luogo dove costruire la Casa Famiglia che avevamo in mente e le difficoltà burocratiche, le insidie, gli incontri con persone poco trasparenti sembrava allontanare sempre di più il filo di lana del traguardo. Non ci spaventammo anche se la calunnia spesso accompagnò il nostro percorso e pregammo tanto.

Erano passati poco più di due anni dal Natale 2003, io ero stato trasferito alla chiesa di San Sebastiano in Roma, sull'Appia Antica, e continuavo a tenere viva la bella tradizione di celebrare ogni primo e terzo martedì del mese la Santa Messa per i giovani alle 21, a questa messa ormai partecipano le famiglie con o senza i loro figli. Con mia gran sorpresa il terzo martedì di Marzo del 2006 vennero alla Messa Carlo Ricci e la moglie e annunciarono a tutti che forse avevano trovato un luogo davvero da sogno! Il giorno dopo mi recai a visitarlo: su un colle dal nome bucolico di "Colle Ficoccio", a poco più di 2 Km da Marcellina in provincia di Roma, era in vendita un terreno di circa 12.000 mq con annesso un fabbricato a due piani di circa 330 mq. Il panorama splendido in tutte le direzioni e il clima mite mi incantarono, vi erano numerose piante d'ulivo e da frutta già adulte e rigogliose. Appena lo vidi me ne innamorai e capii che quello era il luogo in cui il sogno si sarebbe realizzato.

Il 25 Aprile 2006 abbiamo firmato il compromesso per l'acquisto ed il primo Maggio lo abbiamo presentato alla grande famiglia che Dio ha raccolto intorno a quest'opera perché l'assistesse con il volontariato. Con una santa Messa abbiamo consacrato il luogo alla Vergine Maria  perché Lei, con il suo grande amore, lo benedicesse, e lo abbiamo battezzato con il nome di "Casetta Lauretana".

Il 27 Settembre 2006 le chiavi della Casetta Lauretana ci sono state consegnate.

Il 3 di Maggio del 2008 sono cominciati i lavori di ristrutturazione dell'immobile.

I primi di Gennaio 2010 i lavori di ristrutturazione sono terminati.

Il Primo Maggio 2010 La Casetta Lauretana è stata inaugurata.

La provvidenza che è arrivata dal cielo ci ha permesso di trasformare in realtà il Sogno che tutti noi portavamo in cuore.

                                                                                            fr Renzo

La casetta Lauretana