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A padre Renzo nei suoi ventiquattro anni di sacerdozio
Forse non ricordi, ma ero io accanto a te quando, prostrato, hai messo nelle mani di mio Figlio la tua vita. Ero io, con un fazzoletto bianco, che ti asciugavo le lacrime quando 24 anni or sono piangevi frastornato e mi dicevi sì anche se ti sentivi abbandonato. Ero sempre io che ti accarezzavo quando i dubbi ti assalivano e non ti ritenevi abbastanza bravo per ricambiare l’Amore infinito del mio Figlio inchiodato. Ero ancora io a portare a te tutti i giovani sbandati tutti i genitori con il cuore spezzato perché un figlio era già volato in Paradiso tutti i delusi, i dubbiosi, i disperati. Sono stata io, mio dolce Renzo, a guarirti da tutte quelle pene che in questi anni hanno scavato il tuo corpo amato. Sono io oggi ad abbracciarti e piangere di gioia per tutti quei fratelli che hai riportato a Cristo. Sono io oggi a ringraziarti per la Fede che ha sempre accompagnato il tuo sorriso, per l’amore che hai sempre seminato in terra, per le ferite che hai rimarginato per la speranza che hai riacceso in chi voleva rinunciare alla sua vita. Continua a camminare insieme a me, abbandona la tua mano in quella mia lasciati guidare dallo Spirito che mi ha sposato: Sono io, Maria, e ti ho sempre amato!
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