Quattordicesima “tappa” del nostro Cammino di Fede
con Padre Renzo
Ricordo con
una certa commozione il primo dei nostri
incontri a Fonte Colombo nel
marzo del 2007, eravamo una decina di persone convenute in quel luogo
per stringerci intorno a padre Renzo, la nostra guida spirituale e
ascoltare la Parola di Dio. Non sapevamo, allora, che quell’incontro era
solo il seme che sarebbe germogliato per portarci lontano in un cammino
di fede profondo e rigenerante.
Il 2 di marzo
del 2012 abbiamo celebrato la quattordicesima tappa di questo nostro
percorso di fede a Colle Valenza, nel Santuario dell’Amore
Misericordioso. Il gruppo che vi ha partecipato contava cento ottanta
persone! Possiamo ben dire che siamo cresciuti, ma non soltanto nel
numero, anche nella fede.
Tante le
persone conosciute, tanti i volti nuovi, grande la partecipazione e
l’emozione, forte la voglia di accostarsi l’un l’altro con amore e
desiderio di condividere sentimenti amichevoli.
Il tema del
ritiro è stato l’Amicizia. L’amicizia umana e l’amicizia divina; i
sentieri da percorrere per possedere l’una e per possedere l’altra.
L’oratore sempre lui, padre Renzo, commosso e ispirato, con negli occhi
la febbre dell’Amore misericordioso che Madre Speranza ha consegnato in
eredità a questi luoghi santi.
A raccontarla
così, sembrerebbe che il tema si riferisse a due stadi, a due momenti
l’uno diverso dall’altro. Nel viverlo, invece, ci siamo resi conto che
l’uno senza l’altro non possono stare in piedi, che l’amore umano è
alimentato dall’amore divino e l’amore divino è un dono che Dio ha
immesso nel DNA dell’uomo fin dalla creazione. Chi ama incontra Dio, chi
ha un amico vero partecipa al mistero del grande Amico dell’uomo: Gesù
Cristo.
Non può
esserci amicizia nell’egoismo, nella gelosia, nella rivalità, nella
maldicenza, nel rancore, nella voglia di prevalere, nella incapacità di
conoscere se stessi. L’amicizia nasce da un cuore puro disponibile ad
amare e ad essere riamato, capace di donarsi senza giudicare, disposto a
comprendere senza chiedere nulla in cambio, a realizzare l’altro prima
di realizzare se stesso, a rispettare l’altro e la sua libertà. Questa è
l’Amicizia che Gesù ci ha dimostrato e che noi possiamo vivere in terra
per ritrovarla in cielo.
In questa
breve sintesi di pensiero, è facile comprendere il forte coinvolgimento
interiore e l’apertura del cuore e della mente dei partecipanti. La
comunione interpersonale ha dato i suoi frutti aprendo un canale
profondo di comunicazione. Attraverso esso sono sgorgate, come acqua di
fonte, le testimonianze. Le storie personali, le confidenze delicate, la
voglia di mettersi in gioco per aiutare l’altro ad avere fiducia e ad
aprirsi alla speranza, hanno reso le due giornate un’oasi di pace, un
momento di Dio.
Il
ritrovarsi, poi, seduti allo stesso tavolo, il cercare di accostarsi
alle persone non ancora conosciute per farle sentire a casa, ha
tramutato questa tappa di cammino in un miracolo di attenzione e di
fraternità.
Possiamo dire
tutti di esserci stretti in un legame forte, di esserci intrecciati
nell’ordito disposto per noi da un Tessitore che sa riunire i cuori e
legarli al Suo.