

Gesù nel Fratello
Quarta
tappa del nostro cammino di fede
con padre Renzo

Amare!!È
tutto qui.
Ognuno di noi ha una missione in terra: quella di
comporre il proprio inno all’amore. Questa, in breve sintesi, la lezione
divina di padre Renzo a Fara Sabina, nel castello delle clarisse
eremite.
Sembra molto facile, il Vangelo è incentrato sull’amore,
il comandamento nuovo lasciato da Gesù è uno solo: “Amatevi l’un l’altro
come io vi ho amato”: Renzo ha imperniato il suo discorso su quel
“come”.
Ognuno è entrato nella storia della sua vita, nel deserto
della sua anima, nell’armadio dei suoi ricordi per scoprire che quel
“come” pesava sulla sua coscienza.

Chi non ha scheletri nel cassetto? Chi si sente capace di
seguire il Maestro Figlio di Dio portando, nella sua vita, a termine il
Suo “come”? Renzo è riuscito ad entrare nelle nostre coscienze, a
sconvolgerci nuovamente la vita, a rimettere in discussione tutto il
nostro cammino, a farci interrogare sull’essenziale:
“Come?”.
La sua voce ci ha accompagnato in questa salita dolorosa
verso il Calvario con un tono dolce, gioioso, serio a tratti, mai
colpevolizzante, sempre misericordioso.
Ci ha incoraggiato a non temere, a non confonderci mai
per i limiti umani che ci impediscono di fare ciò che vorremmo fare, ad
avere sempre in mente che Dio è un Padre misericordioso che ci vuole
abbracciare.

Una domanda ha accomunato l’assemblea: “Come amare quel prossimo che
ci vive vicino nel nostro quotidiano e distrugge la nostra pace?”.
La risposta di Renzo è stata una risposta umana, data da un uomo che
vive questa domanda nel suo quotidiano e, forse, è anche per lui la
richiesta fondamentale da rivolgere al Padre: “Non si deve volere
bene all’altro -
ha
risposto -
ma si deve volere il bene dell’altro”.
Questo, certo, fa la differenza, questo restituisce alla nostra vita
la dignità della nostra persona alla quale Dio chiede di dire con
fermezza: sì quando è sì e no quando è no.
Questo ci invita a non perdere mai la pace perché volere il bene
dell’altro significa vivere l'amore per l'altro nella pace del
Signore e, attraverso essa, accogliere chi ha bisogno del nostro amore
facendogli percepire anche la nostra pace.

Il nostro
personale inno all’amore diventa melodico se iscriviamo sul suo
pentagramma queste note:
“fare propria la follia d’amore del Vangelo perché chi sta nell’amore
dimora in Dio e Dio dimora in lui”;
“l'inno all'amore diventa una melodia se il suo suono non è interpretato
per eccesso ma neanche per difetto”;
“creare l'unità in Cristo vivendo l’amore reciproco nella verità e nella
semplicità, è la strada del vero cristiano”;
“accogliere la strategia di Dio della vicinanza, per distinguerci come
Suoi figli, ci rende perfetti nell'amore”;
“accogliere l’altro in modo totale, con le sue debolezze, ci fa passare
dalla morte alla vita”;
“ricordare che quando abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre
possibilità per aiutare l’altro, non ci dobbiamo scoraggiare per
l’insuccesso, ma affidarlo a Dio perché è Lui l’onnipotente e non noi”.

Grazie Renzo della tua lezione di umiltà e di fede, di
perfezione e di umanità, di gioia e di dolore, di fiducia nella
misericordia di Dio e di accoglienza verso noi stessi per essere pronti
ad accogliere gli altri.
Il luogo che ci ha accolto ci ha immerso nella pace
cercata da Francesco.
Il castello, trasformato in convento, ci ha fatto vivere
in una dimensione di grande spiritualità.

La Santa Messa ci ha messo in
comunione con "quell'Amore" che abbiamo meditato. Esso
ci ha accomunato, ci ha dato calore e ci ha
spronato a conservarlo in cuore per farne esperienza di vita nel
quotidiano.

La torta per il compleanno della nostra cara Pasqualina
ci ha mostrato come la gioia da dare agli altri è proprio a portata di
mano.

Le testimonianze date dai fratelli ci hanno fatto
condividere il percorso di ognuno e stimolato a vivere sereni le nostre
battaglie giornaliere perché DIO C’È ED È CON NOI.


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