<<La
mente dell'uomo pensa molto alla sua via, ma il Signore dirige i
suoi passi>> (prov. 16.9)
Nessuno andò ieri, né va oggi, né
andrà domani a Dio
per la stessa strada che percorro io;
per ognuno riserva
un raggio di luce il sole,
un cammino vergine Dio.
(Leon Felipe)
La
terza tappa del nostro cammino di fede con Padre Renzo si è svolta a
Subiaco. Il numero delle persone che partecipa ai nostri ritiri aumenta
sempre, ormai i fratelli che condividono il nostro cammino vengono anche
da altre parti d’Italia: è un ritrovarsi, un arricchirsi reciproco, una
condivisione che mette in moto le nostre emozioni.
A
volte parlare dei moti dell’anima non è facile, si rischia di
banalizzare ciò che di più prezioso il Signore ci ha dato: la nostra
interiorità. È ad essa che ogni tanto dobbiamo dare spazio: occorre
ritirarsi in sé stessi, in un luogo di pace, per vivere, sperimentare,
ascoltare ciò che il Signore vuole dirci. Noi a Subiaco lo abbiamo
fatto: padre Renzo ci ha preso per mano uno per uno e, come fa il
Signore, ci ha parlato. Le sue parole sono risuonate in maniera diversa
nei nostri cuori, ognuno ha attinto in esse ciò di cui aveva bisogno,
ognuno ha avuto la risposta ai suoi turbamenti, ai suoi perché: questo è
il miracolo che il Signore fa quando la comunità si riunisce per pregare
insieme.
Il
tema del ritiro è stato “La Preghiera”. Non poteva esserci titolo
migliore per calmare i nostri cuori, per farci spogliare delle nostre
fatiche quotidiane e metterci in comunicazione con Dio. Non è forse
questa comunicazione che cerchiamo tutti? Non è forse la Sua voce che
vogliamo ascoltare? Non è la Sua carezza che vogliamo ricevere?
Eravamo tutti partiti con una aspettativa diversa, c’era
però in noi una
attesa
unica che ci accomunava: quella di ricevere un dono. Noi, uomini e donne
di questo mondo siamo sempre in attesa di segni e di miracoli. Anche chi
dice di non credere nel soprannaturale è in attesa (salvo poi non
riconoscere le grazie ricevute come mandate dal Cielo). Arrivando a
Subiaco l’attesa è cessata perché subito siamo entrati nella Grazia di
Dio. Non volevamo altro che quello che stavamo vivendo, non volevamo
sentire nulla di diverso da quello che stavamo ascoltando, non volevamo
partecipare a nulla di differente da quello a cui stavamo partecipando.
Il dono l’abbiamo ricevuto tutti: era
“Dio”!
Renzo ce Lo ha donato con la sua umanità, con la sua voce a volte
allegra, a volte commossa, sempre penetrante ed ispirata.
Forse alcuni pensano che il Ritiro Spirituale sia una
grande noia, che tre giorni di preghiera possano farci uscire dalla
pista terrena per portarci a vivere in una realtà che ci tiene lontano
dalla nostra quotidianità, con la quale poi dobbiamo sempre fare i
conti. Con Padre Renzo è un’altra cosa!
Questo nostro pastore ci insegna a vivere con gioia, ci travolge con la
sua allegria, ci comunica la forza positiva di vedere tutto con gli
occhi di Dio. Il Dio di cui ci parla è un padre buono che si mette a
tavola con noi, che si siede gioioso nella nostra assemblea e si diverte
alle nostre battute ed è anche felice di ascoltare ciò che ci è
accaduto: fatti tristi o gioiosi, avventure buffe o delicate; ama ridere
con noi fino a farci piangere d’ilarità per aiutarci a scaricare tutti i
nostri malumori, a liberarci di tutte le tossine negative e di tutte le
nostre pene.
Certo vivere sempre in questa atmosfera gioiosa sarebbe
troppo bello, ma è pur vero che è essenziale ricaricare le pile,
ritornare a casa con il buon umore e riprendere il cammino con la pace
nel cuore.
Il
tempo sereno, la natura intorno, le passeggiate al Santuario di San
Benedetto, la condivisione dei pasti, il raccontarci le nostre storie,
il gioire della Santa Messa e dell’Eucarestia, la Confessione e i
momenti di meditazione hanno accompagnato le nostre ore.
Molti hanno finalmente pregato come il Signore vuole, hanno iniziato con
Dio quel dialogo personale fatto d’intimità, di confidenza, di domande,
di slanci, di tenero amore, di desiderio di accoglierlo nella propria
quotidianità senza pudori o riserve: è in questo infatti che consiste la
“Preghiera”.
NON <<DEVI>>
PREGARE
Mettitelo bene
in testa.
Dio non ti punisce perché <<non hai detto le
preghiere>>.
Non devi nulla a Dio in fatto di preghiera.
Se c'è una cosa che <<non devi>>, è pregare.
La preghiera la devi a te stesso.
Dio non ha bisogno di quella determinata quantità di
preghiere al giorno.
Sei tu che ne hai bisogno. Bisogno di preghiera, più che
di preghiere.
Non puoi farne a meno se vuoi vivere da <<figlio>>, da
amico. Se vuoi che non ti manchi il respiro. Se intendi
essere uomo.
...Dio non ha alcuna simpatia per coloro che sentono il
dovere di pregare,
gradisce quelli che non possono fare a meno della
preghiera.
Dio ha solo bisogno del tuo amore.
Non illuderti neppure che, se non preghi, Dio ti lasci
mancare le <<grazie>>.
Se non preghi ti manca la grazia della preghiera.
Signore,
tu mi scruti e mi conosci,
tu sai quando seggo e quando mi alzo.
Penetri da lontano i miei pensieri,
mi scruti quando cammino e quando riposo.
Ti sono note tutte le mie vie;
la mia parola non è ancora sulla lingua e tu,
Signore, già la conosci tutta.
Alle spalle e di fronte mi circondi
e poni su di me la tua mano.
Stupenda per me la tua saggezza,
troppo alta e io non la comprendo.
Dove andare lontano dal tuo spirito,
dove fuggire dalla tua presenza?...
Nemmeno le tenebre per te sono oscure,
e la notte è chiara come il giorno;
per te le tenebre sono come luce.
(Salmo 138)
<<Fammi
conoscere, Signore, le tue vie>> perché io le abbia
a percorrere, <<insegnami i tuoi sentieri>> perché
non mi perda sulle strade larghe e asfaltate del
tempo. <<Fammi conoscere la mia via, quella che tu
hai scolpita nella tua mente da sempre>> perché non
ne esista un'altra per me.
Allontanarmene sarebbe cadere nel nulla. Desiderare
qualche cosa d'altro, pura follia, scegliere io la
mia via sarebbe imboccare una strada senza uscita.
Chi sono io, uomo di vita breve e di vista corta,
per tentare un percorso diverso da quello che tu hai
preparato per me con amore e lungimiranza?
E' così che nasce nel cuore dell'uomo la passione di
cercare la volontà di Dio, per farla propria e
seguirla. (P.G. Cabra)
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