Sedicesima tappa del nostro cammino di fede con padre Renzo
Il primo di
marzo del 2013, nel santuario dell’amore misericordioso di Collevalenza
un evento di grazia indimenticabile attendeva oltre duecento
partecipanti ad un ritiro spirituale sul tema:
Lo Spirito
Santo
esplosione di Dio nella nostra vita
... e di
esplosione si è trattato! In pochi conoscevamo la sua realtà, lo Spirito
Santo non era nei nostri pensieri e nelle nostre
preghiere. Come in
tutte le occasione che il Signore ci dona per incontrarlo, anche questa
volta ci ha stupito, si è materializzato in mezzo a noi e ci ha parlato.
Abbiamo
iniziato il nostro incontro il venerdì con una Santa Messa nella cripta
del Santuario dove è sepolto il corpo di Madre Speranza e in quella
Messa i nostri cuori si sono aperti a qualcosa di grandioso. Da quel
momento tutto è
stato un crescendo: l’unione tra i partecipanti, la
gioia nei volti, la pienezza del cuore, il desiderio di ascoltare, di
condividere, di pregare.
Il venerdì
dopo cena ci siamo riuniti in sala per un’introduzione al ritiro. Sono
stati proiettati alcuni filmati sulla storia del santuario e sulla
bellezza della vita illuminata e guidata dallo Spirito divino che ci accompagna dalla nascita attraverso gli anni e ci fa crescere
nell’amore, nella consapevolezza del valore della nostra persona,
nell’intelligenza e nella creatività.
Con l’animo
aperto alla conoscenza, il sabato mattino ci siamo messi in ascolto.
Padre Renzo ha iniziato a parlare e man mano che approfondiva il discorso il suo volto cambiava, si commuoveva, s’illuminava e,
attraverso i suo occhi e il suo sorriso, ci faceva entrare nella grazia
dello Spirito.
Non erano le
sue parole a inoltrarci nel mistero, era lo stesso mistero che si apriva
alla nostra conoscenza e faceva vibrare i nostri cuori; era lo Spirito
che come “una nube biblica” ci copriva, ci univa e faceva scattare nella
nostra anima la sete del divino, l’incanto dell’incontro, la sorpresa di
essere abitati dall’energia di Dio, la bellezza indicibile di sentirsi
Suoi figli.
Lo Spirito
Santo è una persona, ci diceva padre Renzo, è la terza persona della
santissima Trinità! È una persona nascosta dentro di noi che si fa umile
e aspetta di essere amata, invocata, accolta. È una persona rispettosa
della nostra volontà che non s’impone, non chiede, ma come un dono
incartato e legato con un nastro dorato attende di essere preso tra le
mani e scartato. Noi lo abbiamo invocato, abbiamo aperto il pacchetto,
lo abbiamo lasciato libero di soffiarci in cuore e Lui è esploso.
Abbiamo così
compreso che Egli è stato
mandato da Cristo per ricordare agli uomini la
sua incarnazione, fare memoria della sua vita in mezzo a noi, della sua
morte in croce e della sua resurrezione. Abbiamo compreso che attraverso
Gesù lo Spirito Santo è entrato per sempre nei nostri cuori e ci ha
messo in comunione con il Padre unendoci indissolubilmente a Cristo.
Nessuna
spiegazione poteva essere più efficace di questa per svelarci il mistero
della santissima Trinità che ci abita: il Padre è l’amante, il Figlio è
l’amato, lo Spirito santo è l’amore!
Per farci
comprendere a fondo questa comunione divina padre Renzo ci ha invitato a
ricordare quando ci siamo innamorati. L’amore diventa trinitario quando la persona dell’amante e dell’amato
sono uniti indissolubilmente
dall’energia divina dell’Amore che Dio ha lasciato dentro di noi quando
ci ha creato. Chi ama, chi è innamorato fa esperienza di Dio ed è in
comunione con il divino.
La giornata
del sabato è trascorsa in un soffio, solo la sera ci siamo resi conto
che l’indomani sarebbe ultimato il tempo che avevamo tanto atteso ed
era quindi arrivato il momento di farne un consultivo. Padre Renzo ha
invitato le persone a salire sul palchetto accanto a lui e rilasciare le
nostre testimonianze di vita. Così sono iniziate le risonanze
personali che ci hanno introdotto nel profondo dell’anima umana
mostrandoci la bellezza, la pulizia, la forza e la dolcezza dello
Spirito divino che la abita.
La Domenica
mattina le risonanze personali sono continuate e ci hanno lasciato nel
cuore il messaggio di non aver paura. Non si può più temere il mondo
quando dei giovani raccontano la loro vita piena di spiritualità, quando
guardano negli occhi il coniuge con tenerezza e pubblicamente dicono
loro l’importanza del loro incontro, l’esultanza del cuore per la
nascita di un figlio, la gioia intima di una comunione totale; non si
può più temere il mondo quando una donna racconta la sua vita di
volontariato in mezzo ai carcerati, il suo amore per loro e la bellezza
di avere ricevuto in dono da Dio dei figli sporchi, brutti, scartati da tutti ma amati immensamente dal Signore che li ha affidati a lei perché
ne fosse madre, sorella, amica. Come non capire la presenza dello
Spirito divino nella nostra anima quando una giovane donna lascia il
lavoro, il fidanzato, la casa di proprietà per consacrarsi a
Maria e
ritirarsi in preghiera in un bosco su una montagna e da lì farci
arrivare le benedizioni del Signore? Come non toccare il bianco candido
dello Spirito che ci trasfigura quando un giovane si ferma all’aeroporto
per aiutare una persona anziana e le trasporta i pesi fino alla scaletta
dell’aereo e, credendo di esserle stato d’aiuto, si rende conto che lo
Spirito di Dio gli ha riempito il cuore di gratitudine e lo benedice con
un abbraccio di Madre? Come si può non credere nella presenza amica
dello Spirito che tramuta in grazia anche i nostri dolori quando un
padre che ha perso una figlia ancora giovanissima con un tumore sale sul
palco e ci racconta la sua fede, la sicurezza che la morte è solo un
doloroso arrivederci e che l’abbraccio quotidiano di cui lui e sua
moglie sono stati privati non è perso ma è solo stato sostituito
dall’abbraccio divino di cui Silvia, la loro bambina, ormai fa parte?
Tutto questo
e infinite altre risonanze hanno acceso il cuore di ciascuno.
La Santa
Messa della Domenica, celebrata nella sala, è stata vissuta in comunione
commossa e le lacrime piene di gioia pura, trasformate in perle
preziose, hanno brillato a lungo sulle nostre gote
arrossate.
La festa dopo
il pranzo che ha festeggiato, con una torta bellissima e il brindisi
finale, i sessanta due anni di padre Renzo è stato un modo bello di dirci
grazie a vicenda, di dire grazie a padre Renzo per la sua fede che
sposta le montagne, di dire grazie a Dio per averci trasportato nella
realtà del paradiso.
Dedicata a
padre Renzo
che del sorriso ha fatto il suo capolavoro